Quali sono le attività motoria per bambini dai 3-5 anni e quali i benefici

    Percezione del proprio corpo, equilibrio e coordinazione, sono essenziali per aiutare i bambini ad acquisire consapevolezza del proprio corpo e sviluppare competenze fondamentali per il processo di apprendimento. Il movimento e il gioco sono due elementi centrali perché il piccolo possa scoprire e comprendere se stesso e il mondo che lo circonda.

    Attraverso l’attività motoria il bambino impara a coordinarsi, a stare in equilibrio a fare gesti, alla base dello sviluppo successivo, come può essere leggere e scrivere.

    Questo perché è provato che il gioco è strettamente collegato allo sviluppo psicomotorio del bambino, inevitabilmente lo influenza e a sua volta ne è influenzato. Negli anni si sviluppano di pari passo seguendo le varie tappe di maturazione.

    Migliorare le  capacità motorie,  aumenta le abilità di movimento e aiuta un bambino ad acquisire maggiore forza, migliorare la postura e stabilizzare il sonno. Lanciare, correre, ruzzolare, mantenersi in equilibrio, ma anche coordinare dita e mani, sono tutte attività che divengono fondamentali per il corretto sviluppo sia psicologico che motorio del piccolo .

    Il bambino riesce ad apprendere più di quanto noi siamo in grado di comprendere, attraverso tutti gli organi di senso, veri e propri recettori dei segnali che arrivano al corpo. Gusto, udito, tatto, olfatto, vista e movimento. Infatti il primo contatto del bambino avviene proprio attraverso le sensazioni, pensiamo al neonato che ha il primo contatto con la mamma, impara così a conoscere e capire quello che lo circonda proprio memorizzando le sensazioni.

    Le sensazioni divengono percezioni, acquisiscono significato per poi guidare il pensiero. Questo si unisce al movimento e infine diviene azione. Ogni azione crea informazioni dando vita ad una prosecuzione di azione e percezione che consentono la conoscenza di se stessi, degli altri e del mondo esterno.

     Lo sviluppo della motricità, dovrebbe avvenire quando i bambini sono ancora piccoli attraverso attività motoria per bambini dai 3-5 anni. Questo in modo da stimolarli da subito, proprio attraverso il gioco, le storie, i disegni, le costruzioni, la manualità ecc…

    Psicomotricità e linguaggio nei bambini

    I disturbi specifici del linguaggio, indicati con la sigla DSL, sono delle difficoltà che il bambino manifesta nello sviluppo delle competenze linguistiche. 

    Lo sviluppo del linguaggio in ciascun bambino ha delle caratteristiche individuali che non possono essere ignorate. Sono diversi i fattori che interferiscono e influenzano la progressione linguistica del piccolo, i fattori biologici sono un esempio, strettamente collegati a quelli ambientali come per esempio una minore o maggiore stimolazione in ambito familiare, inserimento precoce a scuola, presenza di fratelli o sorelle.

    L eredità biologica insieme alle esperienze che il bambino fa diventano centrali nella maturazione psicologica e fisica del piccolo, quindi la sperimentazione attraverso le relazioni e l’ambiente hanno un ruolo centrale persino nello sviluppo del linguaggio.  Partendo dal presupposto che comunque lo sviluppo del linguaggio è una competenza, che all’interno dello sviluppo del bambino evidenzia grande variabilità. Si possono infatti osservare bambini che a un anno già possiedono una ventina di parole e bambini che cominciano a parlare dopo i due anni.

    Detto questo ci si chiede quale sia la connessione tra il linguaggio e il disturbo motorio. Chiariamo subito cosa centrano l’uno con l’altro per poter comprendere perché la pratica delle psicomotricità venga tirata in causa come soluzione adeguata al fine di rispondere a questo tipo di problematiche.

    Infatti gli studi hanno evidenziato l’importanza dell’esperienza corporea, e il ruolo nello sviluppo della mente e quindi di quello cognitivo del bambino. Infatti un bambino con ritardo psicomotorio e con ritardo del linguaggio è un bambino che molto spesso ha un gioco povero, poco vario e ripetitivo. Comprovata da diversi test scientifici, una stretta relazione tra gesto e linguaggio,

    Molto spesso la dimensione linguistica è uno degli aspetti di un quadro molto più complesso. Infatti, i bambini con un disturbo del linguaggio può presentare un ritardo psicomotorio globale, un disturbo cognitivo fino ad un disturbo emotivo, ecc..

    La psicomotricità attraverso il gioco, l’interazione e il movimento consente al bambino di aumentare la consapevolezza di se e del proprio corpo, la coordinazione e persino la capacità di interagire con l’altro.

    Cosa si intende per difficoltà psicomotorie

    Si parla di ritardo psicomotorio o difficoltà psicomotorie, quando il bambino non segue le normali fasi  di sviluppo e le capacità motorie sono compromesse, non in linea con le attese, rispetto all’età del piccolo. Non si tratta però solo di un problema di coordinazione o movimento, in realtà i bambini con questo tipo di disturbo o con difficoltà psicomotorie presentano anche al problematiche psicologiche interessando spesso anche il linguaggio. Quindi l’aspetto psicologico e la stretta connessione tra corpo e mente diventa elemento centrale perla comprensione e lo studio di un qualsiasi ritardo psicomotorio nel bambino.

    Si tratta di bambini che guardandoli sembrano molto scoordinati nei movimenti e al quanto impacciati, con visibili difficoltà nell’esecuzione proprio del movimento. Presentano difficoltà e rifiuto nell’esplorazione del corpo, non vogliono disegnare e si muovono poco.

    Il problema si ripercuote ovviamente sul loro benessere psicofisico in quanto il bambino comprende la presenza di una difficoltà che pian piano incide sulla propria autostima. Nel piccolo emerge la paura di sbagliare ed essere preso in giro, con il tempo se trascurato la difficoltà motoria può avere ripercussione sulle abilità di apprendimento fino a diventare veri e propri disturbi.   Oggi non c’è ancora molta consapevolezza di questo problema, invece è si parla proprio di Disturbo della Coordinazione Motoria, disturbo che interessa moltissimi bambini e che non si risolve nella crescita senza un adeguato intervento terapeutico.

    La cosa da tenere presente è che il disturbo della Coordinazione Motoria si associa spesso ad altri disturbi, disgrafia e disprassia. IL DSM-5 inserisce la diagnosi di Disturbo della Coordinazione Motoria tra i disturbi del Neurosviluppo, ossia quelle condizioni di difficoltà che hanno un impatto importante sullo sviluppo globale del bambino.

    La terapia psicomotoria viene considerata un’ottima soluzione a favore di bambini con rallentamenti nel processo di maturazione psico-corporea non solo per disturbi di coordinazione motoria, persino per ritardi dello sviluppo psicomotorio, ritardi cognitivi, disturbi e ritardi del linguaggio, difficoltà relazionali che si manifestano anche con aggressività o inibizione, fino a veri e propri disturbi del comportamento.

    Una disciplina ormai ben nota che si rivolge solitamente ai bambini di età compresa solitamente tra i 0 e i 9 anni. Una pratica riabilitativa a tutti gli effetti che si caratterizza per la sua estrema semplicità dei mezzi attraverso i quali si realizza, corpo, il movimento, l’azione e il gioco.

    Psicomotricità per bambini

    Lo psicomotricista è una disciplina che nasce in Francia e crea i suoi fondamenti sulla stretta connessione e armonia tra corpo e mente. Uno specialista dell’aiuto alla maturazione psicologica del bambino attraverso il movimento e l’espressività motoria.  

    Si tratta di una pratica che consente il bambino a interagire con gli altri e sperimentare attraverso il gioco e il movimento, inizia così a percepire il proprio corpo e prenderne consapevolezza, un vero e proprio percorso di maturazione corporea e mentale che permette al piccolo di ridurre ansie e angosce esprimendo il suo mondo interiore con il corpo, usando il gioco per esprimere le proprie emozioni, i sogni e le fantasie in modo libero e spontaneo.

     Un ruolo molto importante è quello dell’adulto che dovrà essere pronto a ricevere quello che il bambino esprime e comprenderlo, interagire con lui per appagare le sue fantasie.

    La psicomotricità è una pratica che prevede l’utilizzo di una serie di strumenti molto semplici che hanno un loro significato specifico. Come palloni, cerchi, corde, teli, cuscini, scatoloni, carta, colori, musica e altro.  

    La psicomotricità sfrutta il piacere il muoversi del bambino per favorire lo sviluppo psicologico. UN attività che privilegia i bambini piuttosto che gli adulti, in quanto il bambino si percepisce attraverso le esperienze che fa con il suo corpo, quando l’agire viene prima del pensare. Per il genitore è un valido aiuto al fine di acquistare fiducia in sé stesso, ad utilizzare il linguaggio del corpo a mettersi in discussione in prima persona, migliorando la consapevolezza di sé stesso sia come persona che come figura genitoriale.

    La psicomotricità viene consigliata per i bambini dai 2 ai 6 anni, ancor prima di intraprendere altre discipline sportive. Questo perché li aiuta a conoscere il proprio corpo e avere maggiore sicurezza in se stessi e nell’altro, aumentando la loro capacità di concentrazione .

     Non solo, viene assolutamente consigliata dagli specialisti, come i neuropsichiatri infantili proprio come terapia per bambini con disabilità o ritardi dello sviluppo e bambini con sindromi, come l’autismo. IN quanto consente allo specialista di trovare un modo di comunicare con il piccolo aiutando anche la famiglia a conoscere e gestire il disturbo.

    Si tratta di un’attività che dovrebbero fare a tutti i bambini in età prescolare. Viene svolta in gruppo presso le scuole o nei centri di psicomotricità, persino in alcuni centri sportivi, proprio come preparazione allo sport. Perfetto per i bambini particolarmente timidi o insicuri, allo stesso tempo per i soggetti iperattivi con difficoltà di concentrazione.

    La figura del professionista quindi diventa centrale, in quanto dovrà essere capace di creare un rapporto alla pari, con il bambino, instaurando, fiducia e complicità in modo da riuscire a comunicare in maniera corretta con lui, lavorando sui punti deboli.